Lo sai che…

ARSENICO E VECCHI MERLETTI

Ricordi il film di Frank Capra in cui Cary Grant somministra vino aromatizzato al sambuco ai propri inquilini per avvelenarli con un “sorriso sulle labbra”? Ad eccezione dei fiori e delle bacche, tutte le parti della pianta infatti sono fortemente velenose per la presenza di cianuro e altri alcaloidi.

Il Sambuco è protagonista di numerose storie e leggende, tra cui quella che narra che il suo legno fu adoperato per costruire la croce su cui Gesù venne crocifisso e l’albero al quale Giuda Iscariota di impiccò. Nella tradizione popolare a questa pianta venivano attribuiti poteri magici, dal suo morbido legno si ottenevano flauti o fischietti capaci di proteggere da incantesimi e magie. (L’antico gioco del flauto voleva che si svuotasse il legno dal midollo, sostituendolo con un ramo poco più lungo e una pallina di canapa, ricavandone un flauto in cui suono vanificava i sortilegi, come succede nel Flauto Magico di Mozart).

I popoli germanici lo chiamavano farmacia degli Dei grazie alle sue proprietà diaforetiche, ovvero in grado di aumentare la sudorazione corporea e pertanto utile per il trattamento di raffreddore, febbre e affezioni delle vie respiratorie.

Conosciamo meglio l’albero di Holda!

Il Sambuco (Sambucus nigra), da non confondere con l’Ebbio (Sambucus ebulus), è un arbusto alto fino a 7 m, molto ramificato e con chioma espansa e densa. Il suo habitat è un terreno umido e fertile con esposizione in pieno solo. Lo si trova in radure selvatiche, sui bordi delle strafe e vicino ai corsi d’acqua. Le foglie, di colore verde brillante, se stropicciate emanano un odore sgradevole, a differenza dei piccoli fiori bianchi dalla tipica forma ad ombrello, che sono molto profumati e ricchi di polline. I fiori di sambuco sono ricchi di proprietà benefiche: sono diuretici, antinfiammatori, svolgono una attività astringente e lenitiva sulla pelle (contro foruncoli e scottature) e vengono utilizzati per preparare numerose ricette (succhi, sciroppi, tisane, ma soprattutto le frittelle... Quanto sono buone le frittelle!)

I frutti, prima verdi e poi viola-nerastre, sono lucidi e succosi, ricchi di vitamine, pectine e sostanze minerali impiegati per la preparazione di marmellate e succhi.

Se vuoi provare qualcuna di queste ricette, ricorda che il momento migliore per la raccolta dei fiori è metà giugno, mentre per i frutti aspetta metà agosto - metà settembre.

E se anche tu ti sei innamorato di questo arbusto e desideri riprodurlo, puoi farlo per talea (il periodo migliore è a fine inverno nel mese di febbraio). Guarda qui come fare.

ORTI ALTI

OrtiAlti è un’organizzazione di architetti, ricercatori, agronomi ed educatori che si occupa della divulgazione e sperimentazione di pratiche di orticoltura urbana e rigenerazione di aree sotto-utilizzate della città, attraverso il coinvolgimento dei cittadini nella cura degli spazi. L’organizzazione è nata nel 2015 dall’incontro tra Elena e Emanuela, due architetti con percorsi di ricerca e professionali diversi. L’ortoalto è un dispositivo per rigenerare spazi sotto-utilizzati della città. Tetti piani non accessibili, aree urbane abbandonate o piazzali non attrezzati diventano giardini per le comunità che:
• abbassano le isole di calore urbano
• assorbono l’acqua piovana
• favoriscono la biodiversità
• permettono di auto-produrre ortaggi e erbe

L’associazione co-progetta e realizza gli ortialti nei condomini, centri di quartiere, biblioteche, centri commerciali, spazi pubblici, collaborando con enti pubblici e privati e aziende della grande distribuzione.

Conosci di più sui loro progetti qui

COS’è L’APICOLTURA URBANA?

Per apicoltura urbana di intende la pratica di allevare famiglie di api in aree urbanizzate. Tempo fa era vietato l’allevamento delle api in ambito cittadino, ora in tante parti del mondo l’apicoltura urbana è considerata una pratica da tutelare ed incentivare. Per fare un esempio, tra il 1999 e il 2012 Londra ha visto crescere gli apicoltori del 220%. A New York l’apicoltura urbana è permessa a condizione che le api allevate siano quelle italiane di razza Apis Mellifera Ligustica. La comunità italiana però si è spinta oltre, creando una ‘rete di reti’ che aderiscono ad un manifesto, unico al mondo, in cui vivere l’apicoltura urbana attraverso percorsi coerenti con un idea di rispetto del benessere animale, del tutto disinteressata alla produzione di miele, che vede nelle api e gli impollinatori uno strumento per educare, includere, migliorare e sensibilizzare la nostra vita in città.

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CEMENTO EDIBILE

L'Industrial Science Institute di Tokyo si propone di risolvere in maniera utile ed ecosostenibile il problema degli scarti alimentari: secondo uno studio delle Nazioni Unite nel 2019 sono finiti in discarica 931 milioni di tonnellate di cibo, in pratica 23 milioni di camion a pieno carico. Il professore Yuya Sakai e suoi colleghi si sono concentrati sugli scarti vegetali, bucce, torsoli, foglie e scorze che costituiscono gran parte degli avanzi. Dopo averli essiccati e polverizzati, hanno trattato gli scarti con acqua e li hanno pressati in stampi ad alta temperatura. Il nuovo materiale presenta caratteristiche plastiche paragonabili a quelle del cemento o addirittura superiori e ha odore, e perfino gusto, gradevoli. L'impasto può essere addirittura arricchito con zucchero o sale senza alterarne le proprietà meccaniche. I mattoni vegetali sono inoltre resistenti agli agenti atmosferici, alla ruggine e ai funghi, non ammuffiscono e non sono preda degli insetti.

Questo materiale troverà mai un'applicazione pratica? Stiamo a vedere…

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Naviglio rosso

Cantina Urbana®, “facciamo il vino in città” è un concept di cantina metropolitana ideato da Michele Rimpici, veneto, grande appassionato di vino. Sommelier e venditore per 15 anni, Rimpici, creatore nel 2012 di Signorvino, si è ispirato al format Brooklyn Winery di Brooklyn. Cantina Urbana è una vera azienda enologica (senza vigneti), ben orchestrata dal supporto di produttori provenienti da Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino, Toscana e Sicilia. Alcuni di loro conferiscono le uve pigiate e trasformate in vino a Milano.
Il progetto, unico in Italia, si approccia al consumatore con l’obiettivo di produrre vini genuini a prezzi competitivi, organizzare degustazioni, consegne a domicilio ed eventi in uno spirito di condivisione totale. La capacità produttiva è di 25mila bottiglie tra cui il Naviglio Rosso, Milano Rosso, la Tintilia.

«Abbiamo portato il vino in città», asserisce Michele, «una cosa che non aveva mai fatto nessuno. Vini buoni per palati urbani».

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TESSUTO DAL SOTTOPRODOTTO DEL SUCCO DI ARANCE

Gli agrumi sono il frutto più prodotto al mondo. Dopo la spremitura però, il 40-60% del peso originale del frutto diviene sottoprodotto. Ogni anno in Italia si producono 1 milione di tonnellate di sottoprodotti agrumicoli e ogni anno nel mondo si producono 110-120 milioni di tonnellate di scarti di agrumi. Lo smaltimento non corretto del sottoprodotto del succo di agrumi ha un enorme impatto ambientale, per questo ORANGE FIBER, azienda italiana costituita a Catania nel 2014, ha brevettato e produce tessuti sostenibili a partire dai sottoprodotti degli agrumi, con l’obiettivo di produrre tessuti di alta qualità per il segmento moda-lusso.

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L’ORTO URBANO PIù GRANDE DEL MONDO

14.000 mq di orto su un tetto di un edificio che ospita fiere ed eventi a Parigi alle porte di Versailles, con 30 specie di piante diverse coltivate con metodi biologici. Ma non solo! Vi sarà anche un bar un ristorante con menù stagionali con prodotti coltivati in loco. “L’obiettivo è rendere questa fattoria un modello di produzione sostenibile riconosciuto in tutto il mondo. “ asserisce Pascal Hardy fondatore di Agripolis, l’impresa agricola che sta dietro al progetto. "Inoltre Hardy aggiunge “I nostri prodotti freschi nutriranno gli abitanti del sud-ovest della città contribuendo a ridurre la distanza percorsa dal cibo”. E non è finita…l’orto sarà pioniere dell’innovativa tecnica dell’agricoltura verticale aeroponica!

Conosci di più su Agripolis qui

PELLE VEGETALE

Per questioni etiche le persone optano sempre più spesso per “pelli vegane” non sapendo però che nella maggior parte sono soltanto greenwashed PVC in realtà dannosi per l’ambiente. Il mondo della moda deve cercare alternative ai materiali tossici che impiegano migliaia di anni per degradarsi. Così, Riina O, ha sviluppato un materiale che utilizza lo scarto della cellulosa batterica utilizzata dai produttori locali di kombucha. Lavorando con le comunità locali Riina intende creare un sistema totalmente circolare che garantisca il riutilizzo, la vendita e il riciclo di un materiale che non contamina l’ambiente.

Guarda qui i suoi prodotti e qui il processo di produzione

DESIGN PER L’ETERNITA’

Il nome Mater (madre in latino) ci ricorda quotidianamente il piccolo contributo che come artigiani possiamo dare alla madre terra. Abbiamo l’opportunità di creare un design sostenibile ed etico che minimizzi il nostro impatto sull’ambiente” asserisce Henrik Marstrand fondatore di Mater, compagni di design fondata a Copenhagen nel 2006.

Un esempio del loro approccio sostenibile? la sedia Eternity composta dal 70% di plastica riciclata e dal 30% di scarti di chicchi di caffè. Si avete letto bene CAFFE’!! La sedia Eternity è disassemblabile e riciclabile.

Vedi i loro prodotti qui

LA CHIAVE E’ LA FLESSIBILITA’

Amanda Stanaway, global workplace design leader presso lo studio Woods Bagot, si è interrogata circa il nuovo modo di lavorare (post pandemia) e sui cambiamenti socio - culturali. Per ripristinare la produttività a lungo termine, Stanaway asserisce che la chiave è la flessibilità.

Il potere dello spazio non si può sottovalutare” sostiene la Stanaway ed aggiunge “crediamo nell’importanza dello spazio ufficio in quanto potente veicolo di interazioni sociali”. Da tali considerazioni Woods Bagot ha immaginato nuovi modelli di luoghi di lavoro che, combinati tra loro saranno in grado di rispondere alle nuove sfide in ambito di abitudini lavorative.

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L’ULTIMA MODA?

IL MICRO-GARDENING

Non importa che sia una piantina di basilico, una pianta grassa o un filare di pomodori: l’importante è coltivare. Negli ultimi due anni, complice il periodo più duro della pandemia, gli italiani hanno iniziato a dedicarsi sempre di più al verde. Il 2020 ha visto nascere tre milioni di nuovi “green lover” che in totale arrivano a 19 milioni, il 39% degli italiani. Le vendite legate al mondo del giardinaggio si aggirano intorno ai 3 miliardi di euro con un aumento netto di 150 milioni di euro nel biennio 2019-2021. Inoltre, le ricerche internet sul micro-gardening sono aumentate del 223% nel 2020 rispetto al 2019, segno di un forte interesse per l’argomento. Secondo una recente analisi di Coldiretti, gli italiani coltivano anche per risparmiare e allentare le ansie da guerra e pandemia.

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BEEING: proteggere le api e’ la loro missione

Un business innovativo, alla base del quale c’era un obiettivo semplice e rivoluzionario allo stesso tempo: tutelare le api, digitalizzare l’apicoltura e diffondere l’apicoltura urbana, come strumento per la transizione verso città sostenibili. Nel 2019 la start up lancia B-BOX la prima arnia per l’apicoltura urbana: sicura, semplice e interattiva.

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Sponge cities: la risposta urbana contro le piogge estreme

In questi giorni di fine estate il caldo torrido viene intervallato da fenomeni di precipitazioni spesso torrenziali, investendo pianure, colline e montagne che da tanto tempo non venivano bagnate e, perciò, sono in grado di assorbire e trattenere solo una piccolissima parte dell'acqua piovana ricevuta. Questa combinazione di fattori genera le catastrofi alluvionali dalle note conseguenze drammatiche. Nei sistemi urbani, fortemente colpiti dagli effetti di questi fenomeni a causa dell'alta cementificazione, si sta sperimentando da un decennio il concetto delle "sponge cities", filosofia che prevede la progettazione di alcune parti di città in maniera che possano essere allagate e sommerse, raccogliendo l'acqua piovana dell'evento atmosferico estremo, per poi rilasciarla gradualmente nel tempo.

Kongjian Yu, landscape architect, professore universitario e fondatore dello studio Turenscape, è stato il primo ad applicare questi concetti a grandi progetti urbani nelle metropoli orientali.

Approfondisci qui le sponge cities

Spiagge urbane... ma anche ecosistemi costieri

La fine della stagione balneare porta con sé il graduale e ciclico abbandono delle spiagge da parte di cittadini e turisti, lo smantellamento degli stabilimenti, la diminuzione della pressione antropica su questi luoghi. Osservare le coste fronteggiare il mare d'inverno può ricordarci che le spiagge, soprattutto quelle vicine ai centri urbani, non sono unicamente aree ricreative, con servizi e facilitazioni capaci di muovere grandi interessi economici, ma rappresentano dei veri ecosistemi fragili, serbatoi di biodiversità, aree minacciate dai fenomeni di erosione delle coste legate ai cambiamenti climatici e dall'eccessivo sfruttamento.

Passando per il progetto fotografico "Italian Summer" di Jacopo Di Cera, trovi qui un articolo che indaga il rapporto tra spiagge pubbliche e private a fronte dei fenomeni di erosione delle coste. A questo link il progetto Urban Dunes, vincitore del New European Bauhaus 2022 "Reconnecting with nature" della municipalità di Barcellona, che utilizza Nature based solutions per proteggere le proprie spiagge urbane, ristabilendo e preservando gli ecosistemi delle dune marine.